Il futuro dei motori termici: Benzina e Diesel potrebbero sopravvivere dopo il 2035

Mancano esattamente dieci anni alla fatidica data del 2035, un punto di riferimento cruciale per il settore automobilistico europeo, in quanto si prevede che tutte le nuove auto vendute non conterranno più motori a combustione interna, bensì soltanto veicoli elettrici. Questa prospettiva ha suscitato intense discussioni e dibattiti tra addetti ai lavori, consumatori e legislatori, ma recenti dichiarazioni provenienti dalla Commissione Europea potrebbero far lievitare le aspettative nei prossimi anni. La rivista tedesca Der Spiegel ha riportato che l’Unione Europea non esclude del tutto la possibilità di una coesistenza di motori a benzina e diesel, nel contesto di un’innovativa architettura di powertrain, i plug-in o PHEV (Plug-In Hybrid Electric Vehicles).

Nel documento ufficiale pubblicato di recente, la Commissione Europea ha sottolineato la necessità di mantenere un approccio di “neutralità tecnologica”. Questa affermazione getta le basi per una revisione delle normative attualmente in vigore, aprendo la porta all’idea che le auto dotate di motori TERMICI possano continuare a circolare anche dopo il 2035, purché integrati in sistemi ibridi o alimentati con carburanti sintetici.

Il cambiamento di paradigma

Secondo il documento, “la mobilità e la neutralità tecnologica sono fondamentali per la competitività”. L’approccio neutro, secondo le indicazioni fornite dalla Commissione, consentirebbe anche l’uso di carburanti sintetici, noti come e-fuels. Questi carburanti, prodotti attraverso processi chimici che “catturano” il carbonio, potrebbero facilitare un passaggio graduale verso una mobilità sostenibile, permettendo ai motori termici di non essere relegati a un’inevitabile pensione a partire dal 31 dicembre 2034.

L’essenza di questo nuovo approccio risiede nella consapevolezza che l’industria deve adattarsi ai mutamenti del mercato. L’idea di utilizzare i powertrain plug-in come una possibile via di salvezza per i motori a combustione è sostenuta da numerosi studi approfonditi e dall’analisi delle tendenze di acquisto dei consumatori. Secondo una ricerca condotta da McKinsey & Company, si stima che gli ibridi plug-in possano rappresentare quasi il 30% delle vendite totali di auto in Europa entro il 2030, supportando l’idea che i motori TERMICI avranno ancora un ruolo significativo nel panorama automobilistico.

La voce dell’industria: La prospettiva di Mercedes

In un’intervista con Der Spiegel, Eckart von Klaeden, lobbista di Mercedes, ha rivelato la visione dell’azienda riguardo alla transizione energetica: “Il percorso di decarbonizzazione deve essere guidato dal mercato e non dalle sanzioni”. Questa affermazione mette in luce una questione cruciale: la necessità di una regolamentazione che rimanga “permanentemente aperta alla tecnologia”. In questo contesto, è fondamentale consentire l’autorizzazione di prodotti il cui impatto ambientale sia ridotto, non solo attraverso le auto totalmente elettriche, ma anche mediante i veicoli ibridi e range extenders.

Investimenti significativi sono già in essere per sviluppare powertrain che integrino motori a combustione interna e motori elettrici, mirando a ottimizzare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni inquinanti. È proprio la flessibilità offerta dai centri di ricerca delle case automobilistiche, come nella fattispecie quella di Mercedes, che potrebbe consentire di affrontare le nuove sfide senza abbandonare il patrimonio tecnologico e meccanico dei motori a combustione.

Le esigenze Normative

Da non dimenticare, tuttavia, che i powertrain PHEV dovranno rispettare standard sempre più rigorosi. A partire dal 1° gennaio 2025, i veicoli ibridi plug-in dovranno sottostare al nuovo standard Euro 6e-bis, che prevede test estremamente severi per l’omologazione. Questo standard è progettato per garantire che i dati relativi a consumo ed emissioni dichiarati siano il più vicini possibile ai risultati ottenuti in condizioni reali di guida. Un passo necessario, se si desidera coniugare innovazione e sostenibilità.

Il ruolo fondamentale della tecnologia

Questa gradualità nel percorso verso la sostenibilità non è solo una questione di marketing, ma rappresenta una necessità urgente per tutte le case automobilistiche che intendono rimanere competitive. Un recente rapporto dell’International Energy Agency ha evidenziato come la domanda di veicoli elettrici stia crescendo a un ritmo accelerato, ma i motori a combustione interna continuano a rappresentare una fetta significativa del mercato globale. Questa dicotomia invita a riflettere sulle possibili soluzioni tecnologiche da adottare, nell’ottica di una transizione energetica che non penalizzi gli automobilisti.

In questo panorama, la resistenza all’ozono e i particolati emessi dai motori a combustione interna stanno finalmente spingendo i governi a riconsiderare la loro posizione. Nonostante l’efficacia dei veicoli elettrici, molte nazioni si trovano ad affrontare difficoltà nel dotarsi dell’infrastruttura necessaria per supportare una transizione completa dalla mobilità tradizionale a quella elettrica. È un tema che riemerge costantemente nel dibattito pubblico e che continua a infiammare le polemiche politiche.

Prospettive economiche e socio-culturali

Le implicazioni economiche legate ai cambiamenti nella produzione automobilistica non possono essere sottovalutate. Secondo un’analisi del Centro Studi Promotor, il mercato delle vetture, compresi i modelli elettrici e ibridi, ha mostrato segni di crescita continua, coinvolgendo un’ampia fascia di consumatori, da quelli più attenti alla sostenibilità a quelli spinti da necessità economiche. Questo panorama di opportunità è incoraggiato dall’evidente tendenza del settore automobilistico verso l’elettrificazione e l’ibridizzazione.

Tuttavia, la transizione verso una mobilità più sostenibile porta con sé una serie di sfide sociali. I posti di lavoro nell’industria automobilistica tradizionale sono a rischio, mentre nuove competenze nella produzione di veicoli elettrici e nella gestione dell’energia vengono richieste. In questo contesto, le istituzioni e le aziende devono collaborare per garantire che le sfide della transizione energetica non si traducano in disoccupazione.

Un futuro sospeso

Con il futuro dei motori a benzina e diesel in bilico, la possibilità di sopravvivenza dopo il 2035 dipenderà in gran parte dalla cooperazione tra istituzioni, industrie e consumatori. Il dibattito è aperto e avviene in un contesto in continua evoluzione, dove i cambiamenti economici, le normative emergenti e le preferenze dei consumatori giocheranno un ruolo cruciale. Se l’Unione Europea continuerà a promuovere una visione di neutralità tecnologica e sostenibilità, è probabile che i veicoli con motori termici possano coesistere con le energie rinnovabili in un futuro più armonioso e rispettoso dell’ambiente. Ma, come suggerisce il proverbio, il futuro è incerto; ciò che sembra soltanto un sogno oggi, potrebbe benissimo diventare realtà domani.

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